Uscita commemorativa per il 50.mo della fondazione del Grim Cai Varallo

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Uscita commemorativa per il 50.mo della fondazione del Grim Cai Varallo

La pandemia ha sicuramente limitato la partecipazione ma non lo spirito che anima gli accompagnatori e i ragazzi del Grim di Padre Gallino del Cai Varallo, per la commemorazione del cinquantenario della fondazione del gruppo.

L’uscita si è svolta domenica 10 ottobre scorso a Valle San Matteo, una frazione del comune di Cisterna d’Asti dove nacque 100 anni orsono il prete alpinista.

Abbiamo quindi voluto ricordare i suoi cento anni dalla nascita e i 50 di fondazione dello storico gruppo con una bella escursione in compagnia della simpatica Anna De Fabiani e il suo compagno Marco, in sella alla Joëlette. Un percorso semplice in un tipo di ambiente per noi nuovo e diverso, tra le vigne dell’astigiano profumate dai grappoli di Croatina e Nebbiolo.

Dopo la breve escursione si è consumato il pranzo al sacco proprio sul sagrato della piccola e graziosa chiesetta frazionale, al tepore di un inaspettato sole autunnale. Come sempre l’ospitalità dei compaesani di padre Gallino si è fatta notare, con l’apertura del circolo per un caffè caldo e soprattutto la messa a disposizione dei locali parrocchiali da parte di Don Luigi. La giornata è stata anche l’occasione per festeggiare il compleanno della responsabile Grim Stefania Marchini e almeno un paio di anniversari di matrimonio degli altri accompagnatori con i dolci preparati dalle accompagnatrici.

Alle 14 dopo il pranzo è stata celebrata la Santa Messa in ricordo del nostro fondatore, una Messa un po’ speciale dove è stata benedetta la simpatica targa a forma di montagna che commemora l’evento. Una targa in pietra, generosamente offerta dalla Dealberto Graniti di Valmaggia con una rappresentazione grafica di Luisa Scarati.

Il pomeriggio è proseguito con la posa della targa commemorativa nel piccolo cimitero frazionale sulla tomba di padre Giovanni Gallino e con un momento di preghiera in ricordo di chi ancora oggi ha lasciato una impronta così marcata nel contesto sociale varallese e della sezione Cai. Una visita al museo di Cisterna e a una cantina locale hanno concluso questa giornata speciale prima del rientro in Valsesia con autopullman.

Grim Varallo.

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Il mio ricordo.

La prima volta che vidi Valle San Matteo avevo 27 anni e fu in occasione del funerale di Padre Gallino, uno dei momenti più dolorosi che io ricordi. C’erano almeno tre pullman stracolmi di varallesi affezionati al “Previ”. Tornare oggi mi ha riportato indietro a quel giorno a riflettere su quante cose sono successe da quel 25 maggio 1986, quante ne sono cambiate… Più volte sono stato tentato di esprimere questi sentimenti ma ogni volta mi sono bloccato per paura di cedere alla commozione, decisamente sto invecchiando.

Una riflessione in particolare tra tutte però, ricorreva nel corso della giornata.

Don Ercole Scolari, quel 25 maggio durante la celebrazione del rito funebre a Varallo, raccontò un episodio da lui vissuto con padre Gallino negli ultimi tempi di vita. Durante una chiacchierata confidenziale tra i sacerdoti, Gallino così risoluto e sicuro di sé, disse:” caro Don Ercole a volte mi chiedo se con le mie scelte ho fatto veramente tutto quello -che potevo e dovevo fare come sacerdote…”  Padre Gallino scelse la montagna come terreno apostolico, soprattutto tra i giovani ma anche tra gli alpigiani e coinvolgendo intere famiglie. Quelle montagne dove trascorse la maggior parte del suo tempo in vita. Sicuramente un luogo speciale e soprattutto inusuale dove svolgere il suo ministero.

Bene caro padre, se oggi tu fossi qui ti daresti da solo una risposta, nel vedere come la tua impronta sia ancora viva tra noi dopo mezzo secolo. Avresti visto e probabilmente “hai visto” i tuoi due ragazzi di allora posare quella targa che recita ”50 anni con noi sui sentieri del Tuo Grim”. Quei ragazzi che hanno preso il tuo posto e di cui uno lo ha onorato come presidente sezionale del Cai Varallo, di cui anche tu ne fosti il vice. Hai visto un allegro gruppo di accompagnatori e ragazzi passeggiare tra le tue vigne con la Joëlette che meglio di ogni altra cosa incarna lo spirito di solidarietà e fratellanza che hai predicato. Decisamente si, sei stato un bravo sacerdote che a distanza di così tanti anni ha lasciato una impronta indelebile di quanto ha predicato proprio col suo esempio e sulle nostre montagne.

Uccio

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Il discorso di Stefania Marchini responsabile Grim di Padre Gallino Cai Varallo al termine della Santa Messa, traccia molto bene la figura del “prete alpinista”.

1971    –      Cisterna d’Asti     2021

In questa giornata che è stata pensata per ricordare una figura determinante per il nostro gruppo, in quanto ne è stato il fondatore e al termine di questa messa è giusto ricordare appunto padre Giovanni Gallino.

Come già detto in occasione della giornata commemorativa della prima escursione del Grim, a maggio, l’essere qui oggi testimonia che tutto ciò che lui ha creato, insegnato, diffuso è ancora molto vivo in chi ha saputo accoglierlo e tramandarlo negli anni e in chi ha saputo a distanza di tempo coglierne il valore, a farlo proprio e a sua volta a diffonderlo in futuro.

Infatti la testimonianza della sua personalità e della sua valenza arriva in modo molto forte e coinvolgente a chi frequenta il Grim oggi.

Giovanni Gallino, padre dottrinario e insegnante di lettere era un uomo dotato di grande carisma, forte, sbrigativo, ma al tempo stesso sincero e schietto e sapeva avvicinarsi alla gente semplice.

Grazie al suo amore verso la montagna, imparò a conoscere e ad amare le nostre valli, diventò amico dei valsesiani e ne conquistò il rispetto e la stima, tanto che ancora oggi ovunque si vada in Valle si trovano ancora testimonianze della sua schietta bontà.

Il suo frequentare le montagne non era minimizzato a delle semplici camminate, ma aveva lo scopo preciso e determinato di diffondere l’amore per la montagna.

Essendo insegnante, questo suo ideale era rivolto soprattutto ai giovani: fu così che nacque in lui il desiderio di un escursionismo che permettesse ai giovani di formare il proprio carattere e di sviluppare le loro attitudini.

Nasce così e prende il via il suo progetto di “scuola in montagna”, condividendo e trasmettendo il suo sapere ai ragazzi anche al di fuori delle aule scolastiche, coinvolgendo e trascinando con sé generazioni di giovani valsesiani.

Padre Gallino era uomo d’altri tempi, quest’anno avrebbe compiuto 100 anni, ma per molti aspetti si è dimostrato un precursore dei tempi.

Infatti con il frequentare le nostre valli, imparò a conoscere il carattere schivo, chiuso dei valsesiani e capì le difficoltà che a quei tempi i ragazzi di montagna dovevano affrontare. Sua massima preoccupazione fu quindi quella di “inserire” questi giovani nel contesto sociale e creare una base comune su cui costruire le nuove leve del Cai, superando vecchi pregiudizi. Valore, questo, che a distanza di 50 anni a livello mondiale purtroppo non si è ancora riusciti a far radicare e crescere, ma che lui invece nella nostra piccola realtà era già riuscito a trasmettere e diffondere.

Per realizzare questo suo progetto di “montagna come scuola di vita”, instaura una collaborazione fra le scuole e i soci della sezione Cai, anticipando di 20 anni il “progetto scuola” che prevede appunto la collaborazione del Cai con le scuole a livello nazionale.

Per tutta questa sua lungimiranza e nobili ideali, nel 1988, quando vengono definite le figure di Accompagnatore nazionale di alpinismo giovanile e quella di “accompagnatore emerito”, una delle due nomine nazionali va proprio alla memoria di padre Gallino, essendo lui mancato nel 1986.

Ma al di là delle nomine e dei riconoscimenti, credo che quello che più piacerebbe a padre Gallino oggi sarebbe il vederci qui riuniti a distanza di anni a ricordarlo, ma soprattutto il vedere che tutti i suoi insegnamenti e i suoi valori sono stati così gelosamente custoditi e trasmessi a tanti giovani.

Ragazzi, uomini, donne che oggi sicuramente cammineranno sui sentieri dei monti e della vita, con la consapevolezza che se oggi accettano sfide, superano ostacoli e raggiungono mete anche difficili, è grazie anche ad un “Previ” che 50 anni fa fece sua ragione di vita l’amore per la montagna e per i ragazzi di allora e del futuro.

Per questo motivo, a riconoscenza di quanto lui ha saputo insegnarci, e a dimostrazione di quanto lui cammini sempre accanto a noi, durante le nostre escursioni, al termine della messa andremo al cimitero e deporremo questa targa, che racchiude in sé tutto lo spirito del gruppo e il ricordo imperituro verso il nostro “Previ”, padre Giovanni Gallino.

Credo che però Lui vorrebbe che in questa giornata molto significativa, vengano ricordati anche coloro che hanno creduto in questo suo progetto e lo hanno aiutato a realizzarlo e farlo crescere, così come i giovani che avevano iniziato a intraprendere questo cammino di vita e purtroppo non sono più tra noi.  Vorrei ricordare ad esempio Elio Cerutti, Romano Tosi, Piero Baravelli, Valentino Morello, Michele Fiorina, Gianluca Camaschella, ma credo che ognuno di noi abbia dei nomi e dei volti legati al proprio cuore e voglia dedicar loro questo momento di raccoglimento.

Vorrei poi ringraziare chi oggi ci ha aiutato a realizzare questa giornata: don Luigi, Stefano Gallino e Tiziana del museo di Cisterna. Loro mi hanno trasmesso un senso di disponibilità, seppur a distanza, e anche se non ci conoscevamo mi hanno aiutato e dato fiducia nel riuscire a portare avanti questo progetto che oggi si è completato con una bella accoglienza.

Viene recitata la “pregheria dell’alpinista” che padre Giovanni Gallino ci ha insegnato e lasciato in eredità.